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Santa Barbara,
Patrona dei Marinai
Il
4
dicembre
di
ogni
anno
si
celebra
Santa
Barbara,
la
Patrona dei Marinai.
Ci
sono
varie
versioni
su
questa
Santa,
anche
perchè
storicamente
non
c'è
molta
documentazione
che
la
riguarda.
Questa
che
riportiamo
è
una
di
quelle
più
complete
e
che
ha
diversi
passaggi
in
comune
con
molte
altre.
Barbara
di
Nicomedia
visse
nel
III
-
IV
sec.
e
si
dice
che
venne
rinchiusa
ancora
giovane
in
una
torre,
fatta
costruire
da
suo
padre,
Dioscuro,
appositamente
per
lei.
La
torre
era
in
origine
fornita
di
due
finestre,
ma
Barbara
ne
fece
aggiungere
una
terza
in
onore
della
S.S.
Trinità.
Quando
il
padre
se
ne
accorse,
dato
che
lui
era
pagano,
si
oppose
subito
alla
professione
cristiana
di
Barbara.
Ma
Barbara
non
cedette
e
dovette
fuggire
per
evitare
che
la
uccidesse.
Venne
però
catturata
e
portata
davanti
al
magistrato.
Questi
ordinò
che
venisse
torturata,
flagellata
e
condotta
nuda
e
piagata
per
la
città.
Barbara
però
riuscì
a
tornare
a
casa
miracolosamente
risanata
e
vestita.
Venne
allora
condannata
alla
decapitazione,
e
fu
suo
padre
ad
eseguirla
il
giorno
4
di
dicembre
(288
d.C.
circa).
Durante
l'esecuzione
però
scese
"un
fuoco
dal
cielo"
(un
fulmine)
che
lo
bruciò
senza
lasciarne
nemmeno
le
ceneri.
Il
padre
quindi
non
ebbe
nemmeno
il
tempo
di
pentirsi
e
di
convertirsi.
La
santa
è
raffigurata
con
una
torre,
le
cui
tre
finestre
sono
simbolo
della
Trinità
cui
era
devota,
e
con
una
pisside
in
mano,
simbolo
dei
sacramenti
di
cui
si
vorrebbe
confortata
una
morte
non
improvvisa.
Barbara
è
l'esempio
quindi
della
serenità
del
sacrificio,
di
fronte
al
pericolo,
senza
possibilità
di
evitarlo.
Venne
così
nominata
la
patrona
di
tutti
coloro
che
si
trovano
in
pericolo
di
morte
improvvisa,
che
è
considerata
una
brutta
morte
in
quanto
i
peccatori
non
hanno
il
tempo
di
pentirsi
e
di
convertirsi,
quindi
è
in
pericolo anche la vita eterna oltre a quella terrena.
Da
quando
è
stata
inventata
la
polvere
da
sparo
in
ciascun
magazzino
di
munizioni,
soprattutto
sulle
navi
da
guerra,
per
devozione
a
Barbara
di
Nicomedia,
viene
di
solito
appesa
alle
pareti
una
immagine
della
Santa.
Si
invoca
quindi
la
sua
protezione
contro
il
fuoco
e
i
fulmini
celesti
nei
depositi
delle
polveri,
che
infatti
vengono
chiamati
anche Santabarbara.
Santa
molto
popolare
grazie
al
numero
dei
suoi
patronati,
Marina
Militare,
Vigili
del
Fuoco,
artificieri,
artiglieri,
genieri,
minatori,
architetti,
ecc..
Per
la
Marina
è
venerata
sin
dalle
Marine
preunitarie
e
confermata
nel
ruolo
dalla
Regia
Marina
nel
1861.
La
ricorrenza,
molto
sentita
nella
Forza
Armata,
viene
celebrata
ogni
anno,
a
bordo
e
a
terra,
con
una
funzione
religiosa
e
gli
equipaggi
legano
a
questa
festività
anche
un
“rito
profano“,
che
prevede
lo
scambio
dei
ruoli
tra
il
personale
imbarcato,
si
tratta
dell'adattamento
nei
secoli
dei
saturnalia
romani
a
conferma
del
fatto
che,
sul
mare,
le
tradizioni,
per
quanto
antiche,
si
tramandano
senza soluzione di continuità.
Non
tutti
sanno
che
le
sue
reliquie
sono
custodite
sull'isola
di
Burano,
arrivarono
a
Venezia
nella
Basilica
di
San
Marco
alla
fine
del
primo
millennio
grazie
a
Maria
Argyropoula,
nipote
degli
imperatori
Basilio
II
e
Costantino
VIII,
durante
il
potere
del
Doge
Pietro
II
Orseolo.
Durante
il
periodo
di
Napoleone,
le
reliquie
furono
trasferite
in
un
santuario
presso
la
Chiesa
di
San
Martino
all'isola
di
Burano,
dove
sono
conservate
ancora
oggi.
In
base
ad
una
legge
del
1949,
il
santuario
dedicato
a
Santa
Barbara
è
di
proprietà
dell'Apostoliki
Diakonia
della
Chiesa
di
Grecia.
Altre
reliquie
della
Santa
sono
conservate
a
Roma
nella
chiesa
di
S.
Maria
in
Traspontina,
nell'altare
a
lei
dedicato,
e
in
un
cofanetto
del
XII
secolo
nel
Tesoro
di
S.
Giovanni
in
Laterano.
Nella
Marina
americana
la
Santa
è
particolarmente
ricordata
e
le
sono
state
dedicate
tre
unità
navali
ad
oggi,
la
USS
Santa
Barbara
nave
da
combattimento
litorale
di
127,4
metri
di
lunghezza
e
3.104
tonnellate
in
fine
costruzione
a
Mobile
in
Alabama
e
nel
passato
una
nave
porta
munizioni
varata
nel
Maryland
nel
1966
in
disarmo
nel
1998
e
ancora
prima un’altra nave logistica.
La Preghiera del
Marinaio
Alla
fine
del
1901
il
Vescovo
di
Cremona,
monsignor
Giuseppe
BONOMELLI,
interpellò
il
poeta
Antonio
Fogazzaro
sulla
possibilità
di
dar
vita
ad
una
preghiera
che
incrementasse
lo
spirito
religioso
dei
Marinai
d'Italia.
L'illustre
scrittore
(nato
a
Vicenza
il
25
Marzo
1842)
accettò
di
buon
grado
l'invito
e
compose
in
poco
tempo
quella
che
intitolò
"Preghiera
vespertina
per
gli
equipaggi
della
Regia
Marina da guerra".
L'occasione
di
trasmettere
tale
bellissima
composizione
alla
Marina
Militare
Italiana
avenne
di
lì
a
poco,
il
23
Febbraio
1902,
quando,
contemporaneamente
alla
consegna
della
bandiera
di
combattimento
all'incrociatore
corazzato
"Giuseppe
Garibaldi",
il
comitato
delle
dame
genovesi,
presieduto
dalla
marchesa
Eleonora
Pallavicini
Barraco,
fece
dono
alla
nuova
unità
di
una
bandiera
di
seta
bianca
sulla
quale
era
stato
artisticamente
ricamato
il
testo
della
"Preghiera Vespertina".
Era
desiderio
delle
signore
che
la
bandiera
fosse
innalzata
sulla
plancia
dell'incrociatore
nelle
occasioni
di
rilevante
importanza,
ma
il
comandante
del
"Garibaldi,
Capitano
di
Vascello
Cesare
Agnelli,
colpito
dalle
parole
della
preghiera
di
Fogazzaro,
chiese
ed
ottenne
nel
marzo
di
quell'anno,
dall'allora
ministro
della
Marina,
Ammiraglio
Costantino
Morin,
l'autorizzazione
a
recitarla
in
navigazione
prima
dell'ammainabandiera,
quando
l'equipaggio
è
schierato
a
poppa.
Da
allora
tale
consuetudine
si
diffuse
rapidamente
su
tutte
le
navi
della
flotta,
tanto
che
nel
1909
la
"Preghiera
Vespertina"
era
già
comunemente
conosciuta
come
"Preghiera
del
Marinaio
Italiano"
e
ne
era
stata
resa
obbligatoria la lettura a bordo.
Dopo
la
morte
di
Fogazzaro,
avvenuta
il
7
marzo1911,
il
manoscritto
della
preghiera
passò
nelle
mani
della
contessa
Carolina
Colleoni
Giustiniani
Bandini
che,
nel
gennaio
1928,
lo
donò
alla
Marina
nella
persona
del
grande
ammiraglio
Paolo
Thaon
di
Revel.
Il
testo
autografo
fu
quindi
consegnato
all'Ufficio
Storico
della
Marina
che
tutt'ora lo conserva nel suo archivio.
La
"Preghiera
del
Marinaio"
viene
attualmente
letta,
oltre
che
prima
dell'ammainabandiera
in
navigazione,
anche
al
termine
di
messe
a
bordo,
nelle
caserme
e
negli
stabilimenti
della Marina e alla conclusione di funzioni religiose.
- Fortuna NOVELLA (Mamma Mahón) -